Giovani Lavoro Pensioni: i drammi della società odierna

di Luca Cardia –

La Società moderna si è evoluta sotto l’aspetto tecnologico, distruggendo tuttavia tutto il resto e demotivando completamente i giovani, unica fonte di slancio in questo momento così stagnante.

Ci sono temi forti che ormai vengono trattati da anni ma che non trovano mai la giusta soluzione; forse perché l’interesse a trovarne una vera non ce n’è mai stato.

Problema Lavoro. Il Lavoro dovrebbe essere un “Diritto” costituzionalmente garantito eppure ad oggi il mercato del Lavoro non ha ancora subito quello slancio di cui si necessita. In carenza di questo si è deciso di ovviare creando dei meccanismi di “supporto temporaneo”, come per esempio il Reddito di Cittadinanza, sperando che questo diventi un modo per rilanciare l’economia. Purtroppo abbiamo già visto come funzionano queste manovre di supporto al reddito e l’esempio più lampante lo abbiamo avuto con la Cassa integrazione e la Mobilità:  strumenti creati per sopperire alla temporanea carenza di lavoro, atti in alcuni casi a reinserire la persona nel mondo del lavoro. Tuttavia mancando le offerte o non essendo troppo vantaggiose (basti pensare al lavoratore in Mobilità o in CIG che percepiva di più stando a casa che accettando lavori con retribuzioni tutt’altro che vantaggiose), questi strumenti si sono rivelati inadeguati.

Dunque come si dice, “trova la legge, trova l’inganno” e siamo certi che anche questo Reddito, molto rivisitato rispetto alla Campagna elettorale (come spesso accade), sarà un’altro strumento che ucciderà il lavoro.

Quindi come si crea il lavoro?

Semplice. Chi ha studiato economia sa benissimo che bisognerebbe investire in Infrastrutture (e questo Paese ne ha davvero bisogno!!), paradossalmente aumentando l’indebitamento pubblico ma aumentando nettamente il PIL, quindi incidendo positivamente sul rapporto Debito/PIL.

Questo permetterebbe sicuramente di creare nuovi posti di lavoro.

Inoltre il modello “Flat Tax”  permetterebbe realmente di incidere positivamente sul rilancio dell’economia, dando finalmente ampio respiro al ceto medio, eccessivamente tassato ed impossibilitato ad incidere sull’economia reale.

Dove recuperare le risorse per ridurre la tassazione sul reddito da lavoratore dipendente? Riducendo l’Assistenza Sanitaria e quella Previdenziale, riducendola ad uno Standard uguale per tutti.

Grazie all’aumento del “netto” in busta paga, lo stesso cittadino potrebbe permettersi una “Polizza Sanitaria” adeguata alle proprie entrate ed un Polizza Integrativa per la Pensione.

Questo modello, di fatto simile a quello Americano, responsabilizzerebbe il cittadino a lavorare per vedersi aumentare le proprie garanzie, abbandonando progressivamente quel modello assistenzialista che ad oggi risulta essere fallimentare, oltre che inutilmente dispendioso (viste anche le male gestioni che fino ad oggi hanno dimostrato di poter utilizzare il denaro pubblico solo per trarne benefici personali).

Inoltre, una riduzione del costo del lavoro stesso, porterebbe gli Imprenditori a preferire questo tipo di modello al lavoro in nero; la cedolare secca ne è stata l’esempio più lampante, portando una riduzione degli Affitti in nero rispetto a quelli con regolare contratto.

Problema Pensioni. Se ne sta parlando molto negli tempi e questa “Quota 100” sembra essere la salvezza ai problemi ma non certo di quelli dei giovani.

Quota 100 prevede 40 anni di contributi e 60 anni di età; significa quindi cominciare a lavorare a 20 anni! In questo Paese oggi, oltre ad essere surreale è impossibile.

Ma facciamo un passo indietro.

Con la Riforma Dini, chi al 31/12/1995 aveva 18 anni di contributi andava in pensione con il “Sistema Retributivo” , ossia si percepiva l’80% dell’ultima retribuzione”; chi al compimento di quella data aveva meno di 18 anni di contributi, andava in pensione con il “Sistema Misto”, quindi Retributivo + Contributivo;  chi ha cominciato a lavorare dopo quella data andava in pensione con il Sistema Contributivo,  che equivale circa al 50% dell’ultima retribuzione (stime ufficiali).

Il Sistema Contributivo permette di accumulare tanti più contributi quanto è possibile; ovviamente questo significa cominciare a lavorare d subito oppure guadagnare talmente tanto da ovviare al problema che si comincia a lavorare in ritardo.

Quindi…

  • Visto il Mercato del Lavoro ancora molto precario;
  • Viste le retribuzioni medie molto basse;
  • Vista l’entrata nel mondo del lavoro oggi stimata essere dopo i 30 anni;

Il Sistema Contributivo catapulterà il Sistema Paese sulla soglia della Povertà, perché un reddito medio che percepisce tra i 1000 ed i 1200€, domani andrà in pensione con meno soldi rispetto a colui che percepisce la pensione Sociale; quindi chi ha lavorato per oltre 40 anni andrà in pensione con 600€/mese, rispetto a colui che magari lavorando in nero percepirà 750€/mese.

Paradossalmente aveva senso prima il Sistema Contributivo, cominciando le persone a lavorare anche a 16 anni, rispetto ad oggi che avrebbe senso il Sistema Retributivo, cominciando le persone a lavorare dopo i 30 anni.

Dovremmo analizzare queste criticità ed affrontarle per evitare che i nostri figli vivano una Società povera, senza alcuna prospettiva e dove il lavoro, oltre ad essere una chimera è addirittura un male da evitare!